LE ULTIME PAROLE DELL’ICONA GAY GEORGE MICHAEL!

Per George Michael , nato il 25 giugno del 1963, la sua vita è stata «un’intera perdita di tempo», a maggior ragione dopo essersi sentito «preso di mira da Dio» che nell’arco di pochi anni gli ha tolto l’amore della sua vita (il designer brasiliano Anselmo Feleppa, morto a causa dell’Aids nel 1993) e l’adorata mamma Lesley (scomparsa nel 1997 per un cancro). E proprio l’incapacità di superare la perdita del suo amato Anselmo è uno dei tempi principali di «Freedom», l’inedito documentario a cui la popstar stava lavorando giusto 48 ore prima di morire all’improvviso il giorno di natale, il 25 dicembre 2016, all’età di 53 anni!

«Anche adesso dopo 23 anni mi viene da piangere, lui è stato il mio salvatore», narra il cantante nel film di 90 minuti da lui stesso prodotto insieme con David Austion e ideato come un’autobiografia visiva che, partendo dagli anni felici con gli Wham!, mette insieme interviste, filmati d’archivio, video casalinghi e testimonianze famose (Elton John, Liam Gallagher, Kate Moss e Naomi Campbell, giusto per citarne alcune). «Questa è la storia di come fama e tragedia sono intervenute», spiega Michael all’inizio di «Freedom», dove ha volutamente tagliato ogni riferimento al compagno di lunga data Kenny Gross e a Fadi Fawaz, che è stato con la star negli ultimi anni (è stato lui a trovarne il cadavere nella casa dell’Oxfordshire), per dedicare buona parte del lavoro a Feleppa e all’effetto catastrofico che la sua morte ha avuto sull’ex Wham!. «Con Anselmo è stata la prima volta in cui ho amato realmente qualcuno in modo disinteressato, mi è bastato vederlo per capire subito che era cambiato tutto (i due s’incontrarono in Brasile nel 1991, mentre George si esibiva al Rock in Rio Festival, ndr)». Non a caso il compagno lo aiutò ad accettare la sua omosessualità. «È molto difficile essere orgogliosi della propria sessualità quando non ti porta alcuna gioia, ma una volta che è associata alla gioia e all’amore, è facile essere orgogliosi di quello che sei. La prima volta che credi davvero che qualcuno ti ami, è un momento meraviglioso e sono stati sei mesi meravigliosi». Poco tempo dopo infatti essersi innamorato di Anselmo, l’uomo ha iniziato a stare male e ha così deciso di sottoporsi al test per l’HIV. «Ricordo che ho guardato verso il cielo e ho urlato “non osare farmi questo!”. Ero terrorizzato all’idea di perderlo, era il mio salvatore e mi aveva cambiato la vita. Ero al pranzo di Natale a casa mia in Inghilterra, con tutta la mia famiglia riunita, in attesa di sapere se il mio compagno, di cui nessuno dei presenti sapeva nulla, fosse malato terminale e quindi se lo fossi potenzialmente anche io. Quando me lo ha confessato ero devastato e l’ho presa molto, molto male».

Anselmo morì nel marzo del 1993 a causa di un’emorragia cerebrale e per lui Michael scrisse «Jesus to a Child», inclusa nell’album Older del 1996, il primo realizzato per la Virgin (dopo che nel 1994 aveva perso la battaglia in tribunale contro la Sony) e che ha venduto otto milioni di copie. «Per sei mesi le cose sono andate bene, poi ho scoperto che mia mamma aveva un cancro all’ultimo stadio. La sua morte mi ha schiacciato a livello spirituale, perché è stata una perdita terribile, un dolore immenso. È stato il periodo più oscuro e spaventoso della mia vita e non ho più provato quel tipo di depressione». La signora Lesley morì nel febbraio del 1997 e ora George riposa accanto a lei, nel cimitero di Highgate. «Spero che le persone pensino a me come a qualcuno che aveva una sua integrità e che mi ricordino così, ma è molto improbabile. Penso sia stata tutta una perdita di tempo e di energie», confessa il cantante nelle scene finali di “Freedom”, scrivendo così il suo epitaffio.